Le ultime parole di Gesù hanno un senso ecclesiologico
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
(Dalla liturgia).
Gesù in croce, prima di morire, affida il discepolo, affida ciascuno di noi, affida la Chiesa a sua madre. «Ecco tua madre».
Dopo la morte, un soldato, con un colpo di lancia, spezza il cuore di Gesù, e vi fuoriescono acqua e sangue, che i Padri hanno sempre visto come simbolo del Battesimo e dell’Eucaristia, più in generale dei sacramenti.
Gesù, quando stava per spirare e non poteva dilungarsi in dettagli, ci affida a sua madre, e affida sua madre a noi. La devozione, l’amore per Maria non è qualcosa di opzionale, di facoltativo: ci è stato comandato da Gesù nel suo ultimo fiato di vita terrena.
Noi siamo stati affidati a Maria: Ella ci introduce alla vita della Chiesa, ci accompagna ai sacramenti, ci aiuta nel ricevere la Grazia di Dio.
Maria è la strada per andare verso Gesù, unico salvatore del mondo. È attraverso di lei che Dio è venuto a noi, quando il Figlio di Dio si è fatto uomo, ed è attraverso di lei che vuole che noi andiamo verso Dio.
Maria, madre del Capo, Cristo, non può che essere anche madre del corpo, la Chiesa. Non abbiamo paura ad invocarla nei momenti di difficoltà, nei momenti in cui la nostra fede sembra venire meno. Una madre non abbandona i suoi figli.