La Parola di Dio e la nostra relazione con gli altri

Non siamo noi il centro dell’universo, ma Dio

«Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». (Dalla liturgia)

«Chi non è contro di voi, è per voi». È una frase che sembra esprimere il concetto opposto di un’altra frase, tratta dal Vangelo di Matteo; «Chi non è con me, è contro di me» (Mt. 12,30).

In realtà tra le due frasi non c’è contraddizione. La prima è riferita ai discepoli, la seconda a Gesù stesso. Il discepolo non può pensare di essere l’unico depositario della grazia del Signore: Dio può agire anche al di fuori dei confini delle nostre comunità, per cui tutto quello che di buono viene fatto da altri, da persone che non sono partecipi delle nostre comunità, rimane comunque una cosa buona. Mentre invece la scelta per il Signore deve essere decisa e completa.

Una via di mezzo non è concepibile: il Signore vuole tutto, come dice il Comandamento: «amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuor, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente».

Oggi noi spesso facciamo il contrario: siamo molto decisi nel criticare chi non partecipa alle attività delle nostre comunità, chi non condivide il nostro stile, o il nostro modo di ragionare o di vedere le cose, e invece siamo molto tolleranti con chi, anche pubblicamente, fa scelte contrarie all’insegnamento del Vangelo.

Il Signore ci mette in guardia da questi atteggiamenti, che tolgono centralità al Signore e al suo insegnamento e mettono noi stessi al posto di Dio.

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