Abbiamo la libertà di figli: sta a noi accettare Gesù o meno
«Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. (Mt 9,18-26)
Le parole di Gesù suscitano le risa della folla. Nessuno di loro credeva che Gesù potesse sconfiggere la morte. E ben pochi di noi lo credono oggi.
Quando si parla di vita eterna, di vita dopo la morte, dei Novissimi (cioè le quattro cose ultime: morte, giudizio, inferno e paradiso) si incontra spesso l’espressione tra il divertito e il perplesso di chi ci sta ad ascoltare. Al punto che oggi questi temi sono quasi del tutto scomparsi dalla predicazione. Ma questo è un errore!
Gesù non si è fatto uomo semplicemente per rendere un po’ migliore la nostra vita di quaggiù (anche perché, se così fosse, a duemila anni di distanza dovremmo dire che il suo progetto non è che abbia avuto un grande successo!). E comunque un Dio che si fa uomo per rendere un po’ migliori gli anni che trascorriamo sulla terra, per poi consegnarci definitivamente alla morte, al nulla, al non essere, non può non lasciarci perplessi. E infatti non è così.
Gesù non si è fatto uomo per salvarci dalla malattia, dal lavoro che non si trova, dal matrimonio andato male, dalla tristezza. È venuto per salvarci dalla dannazione eterna. È venuto per darci la vita eterna.
E i miracoli riportati dai vangeli in cui Gesù richiama alla vita delle persone già morte sono solo segno di questo. Solo un segno, perché queste persone, come la fanciulla del brano di oggi, sono tornate alla vita di prima, e dopo un po’ di anni sono morte una seconda volta, e per sempre!
Gesù invece è venuto a donarci la vita eterna. I miracoli di Gesù, specie quelli con i quali ridona la vita fisica a chi l’ha perduta, ci fanno capire che Egli ha la volontà e il potere di farci entrare in una nuova vita, la vita di Dio, in cui nulla ci potrà mancare e che non finirà mai.
A noi sta accettare o rifiutare questa proposta.