Già Ireneo di Lione si preoccupava di difenderla dalle eresie
Le caratteristiche principali della Chiesa Cattolica sanciscono la sua unità, la sua santità, l’universalità e l’apostolicità.
Una perché corpo mistico del Signore, che si compone di un capo e delle sue membra che svolgono funzioni e cercano di conformarsi in esso. Santa perché voluta da colui che è il tre volte Santo. Cattolica perché cerca l’unità di tutto il genere umano nella fratellanza e nella comunione. E Apostolica perché fedele alla tradizione che ci è stata trasmessa dagli Apostoli.
Il termine apostolo deriva dall’aramaico saliah (שליח), che sarebbe il plenipotenziario, ma che in greco venne tradotto Apostolòs (απόστολος), ovvero inviato.
Sappiamo che la fede cattolica ritiene conclusa la Rivelazione Divina con la morte dell’ultimo testimone oculare attivo, ovvero l’ultimo degli Apostoli, Giovanni. Nulla si può aggiungere, e occorre solo cercare di capire, restando fedeli a ciò che ci è stato trasmesso.
Esistono parti immutabili, che nessuno e quindi neppure la Chiesa, può cambiare. Sono le disposizioni divine ricevute ai tempi di Gesù. Tutto il resto Nostro Signore lo ha demandato alla Chiesa. A lei spetta il deposito e la trasmissione della fede, secondo i mezzi appropriati a seconda dei tempi e dei luoghi.
Le interpretazioni che sono dettate dalle mode, da mentalità, da inclinazioni o da sensazioni di persone o culture, spesso sono anche inconsapevolmente contrarie o lontane dalla Dottrina. Sono le cosiddette eresie.
Per difendere la Fede da esse, già Ireneo da Lione nel corso del II secolo d.C. formulò una logica che aiutasse a distinguere e discernere cosa fosse giusto e canonico. Al primo posto mise proprio la Apostolicità.
Le Note Ecclesiali
Si entra quindi nel contesto della grande revisione fatta nel secolo scorso, che culminò con il Concilio Vaticano II. Giovanni XXIII prima, e Paolo VI dopo, hanno rilanciato quelle che sono chiamate “Note Ecclesiali”, ovvero queste quattro caratteristiche.
Spesso si sente, anche tra alcuni cattolici, qualche mormorazione nei confronti di decisioni prese da uno piuttosto che da un altro Papa. Va considerato che a fronte di ogni più piccola affermazione di un Pontefice stanno studi e approfondimenti che verificano l’attinenza alle Sacre Scritture e alla Sacra Tradizione, che appunto è quella apostolica.
Le Note Ecclesiali sono il programma genetico della Chiesa nel suo divenire, e la continua riforma della Chiesa (Ecclesia semper riformanda) porterà alla realizzazione del Regno di Dio. Esse sono legate tra loro come dei vasi comunicanti e si nutrono dell’intervento dello Spirito Santo che guida verso la loro realizzazione.
Ecco perché la Chiesa va conosciuta e amata, come recita il titolo di un bellissimo libro di Giuseppe Militello: “Questa Chiesa da amare e conoscere”.
Come allora interpretare il male all’interno della Chiesa?
Sant’Agostino scrisse che essa è corpus permixtum (corpo frammisto): insieme al grano vi cresce la zizzania. La Chiesa dei Giusti avrà la sua manifestazione quando Dio vorrà. Occorre quindi distinguere la santità della Chiesa da quella dei suoi membri, i quali possono anche essere peccatori.
Il baluardo e la garanzia risiedono nella fedeltà al Papa, unico successore di uno specifico Apostolo, ovvero di quel Simon-Pietro a cui Nostro Signore affidò le chiavi del Regno dei Cieli.
Questo gesto afferma più di ogni altra cosa che la Chiesa ha nelle sue mani le chiavi della Salvezza. Il Papa, Vicario di Cristo, rende visibile Cristo mediatore. E le porte degli inferi non prevarranno.