La fondamentale preghiera che comprende prefazio e dossologia.
La preghiera eucaristica è un’unità letteraria ricchissima di contenuto teologico e si colloca nel momento centrale della celebrazione della Santa Messa. Non è unicamente preghiera ma “sacrificio di lode” e attuazione di un fatto, che è il sacrificio di Gesù.
Le parole utilizzate non sono solo un’evocazione del passato, ma compiono un mistero nel presente. I Greci parlano di “anafora”, ovvero di “portare su”, “offrire”. In latino si presenta come “oratio oblationis”.
La sua origine è certamente da ricercarsi nei gesti e nelle parole pronunciate da Gesù nell’ultima cena. Emerge però il fatto che istituendola durante una cena, il Cristo pone in rapporto l’eucarestia e la cena giudaica.
L’origine giudaica
Ci si interroga quindi sul rituale utilizzato da Gesù, per collegarlo al rituale della Pasqua oppure alla cena festiva.
I Vangeli sinottici fanno riferimento alla cena pasquale, mentre Giovanni (specialmente in GV 18,28) la sera della Pasqua ebraica seguì la morte di Gesù.
In ogni caso la sostanza non cambia, in quanto si è trattato di un pasto che obbediva alla logica rituale ebraica, e in quanto tale fu concluso da una preghiera di azione di grazie, ovvero la birkat ha-mazon (ברכת ה-מזון, letteralmente “saluto di cibo”, quindi “benedizione di Dio per gli alimenti assunti”).
La birkat ha-mazon è un testo tripartito in tre strofe: una breve per il nutrimento che Dio dona al popolo di Israele; una seconda più ampia, con l’azione di grazie per la terra buona e desiderabile concessa da Dio al suo popolo; e infine una supplica per la sussistenza di Israele, Gerusalemme, dinastia davidica e tempio.
Pur derivando dalla birkat ha-mazon, la preghiera eucaristica si rivela assolutamente originale, integrando le strutture antiche e perfezionandole oltre che ad arricchirle. L’impostazione ebraica suddivide tre pericopi: benedizione-memoriale, rendimento di grazie e supplica. È una struttura che nella preghiera eucaristica ha assunto il carattere nuovo in cui si può rilevare il ritmo trinitario. Si tratta quindi di un cambiamento di impostazione che apre alla ragione delle modifiche introdotte, e anche allo sviluppo futuro delle preghiere eucaristiche, che assumono schemi differenti nelle diverse Chiese locali.
Fonte:
Liturgia, Matias Augé, Edizioni San Paolo, 8.a edizione 2014.
Si ringrazia il Prof. Don Matteo Firpo per le interessanti lezioni universitarie.