La pia tradizione del “Sepolcro”

Allestito l’Altare della Reposizione

La tradizione del “Sepolcro” è molto sentita a Mendatica.

Nonostante le difficoltà derivanti dalle misure anti-pandemia, come ogni anno alcuni volontari hanno allestito l’Altare della Reposizione.

La liturgia pasquale prevede infatti che il triduo inizi il Venerdì Santo. Secondo l’antico uso, il giorno viene fatto iniziare alla sera del dì precedente. Al termine della celebrazione della Santa Messa in coena Domini, i fedeli rendono omaggio ad un altare allestito specificamente per ricordare il sacrificio del Salvatore.

Durante la Messa del giovedì, infatti, vengono consacrate le specie eucaristiche per essere distribuite ai fedeli nella comunione sacramentale del giorno successivo.

Il giovedì che precede la Pasqua, la Chiesa si oscura in segno di dolore e si unisce idealmente e spiritualmente all’Agnello immolato. Le campane tacciono, l’altare maggiore è disadorno, il tabernacolo vuoto e aperto, i Crocifissi coperti. Gesù è vivente nell’Eucarestia, ma non si può negare il passaggio cruento della sua crocifissione.

La tradizione dei “Sepolcri” ha origine molto antica. Se ne hanno notizie certe in epoca carolingia. Nei secoli VIII e IX i fedeli avevano dunque già l’abitudine di ricordare la crocifissione con i segni evocanti la morte di Gesù.

La comunità di Mendatica è sempre stata molto sensibile alle tradizioni religiose. Quest’anno il “Sepolcro” della Parrocchia dei Santi Nazario e Celso, ha voluto evidenziare alcuni simboli molto suggestivi. Sono stati inseriti una corona di spine adagiata su una croce, un telo e un sudario, alcune pietre a ricordare l’aspro cammino sul Golgota, un pane e un calice colmo di vino, una borsa da cui fuoriescono le monete.

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