Un neologismo in aiuto della nuova evangelizzazione
È ormai assodato che stiamo vivendo in un’epoca in cui regna il relativismo. Benedetto XVI ne ha denunciato i pericoli. Francesco sta “picconando” questa concezione della vita e della cultura che tende a sminuire ogni valore.
Il non cercare il significato delle cose è un aspetto che è entrato nel comune modo di pensare, non solo nella vita quotidiana, ma anche aggredendo concetti che finora avevano meritato un’attenzione più profonda. Questo stato di cose si è ripercosso infatti pesantemente sul comportamento dei cristiani.
Da più parti arrivano i segnali di un senso di appartenenza alla Chiesa, sempre più labile. La Chiesa stessa è ormai intesa come “istituzione” e non per quello che in effetti rappresenta, ovvero la comunità dei credenti.
Essere membri della Chiesa sta purtroppo diventando, nel comune pensare, una “convenzione”. Andare alla Messa è adempiere ad un dovere, e poco importa l’attenzione che si riserva.
Possiamo prendere ad esempio alcuni Sacramenti. Il Battesimo, la Cresima, la Prima Comunione, il Matrimonio, sono ormai diventati una “festa” e non sono intesi come celebrazione significativa di un rito che rimanda a qualcosa di più importante. L’aspetto “convenzionale” ha praticamente annullato i significati.
Si apre quindi un nuovo fronte, una vera e propria sfida che si propone alla Evangelizzazione.
Conoscere è amare
L’obiettivo deve essere il recupero dell’interesse per la formazione. Conoscere è amare. Non a caso il verbo “conoscere” in senso biblico, grazie alla forza che gli conferisce la sua radice ebraica, significa qualcosa di più che “venire a sapere”. Indica infatti un rapporto di tipo carnale.
Lo sprono alla conoscenza può limitare la tendenza a fare le cose per abitudine. Acquisire coscienza di ciò che si fa, permette di superare luoghi comuni, dubbi, perplessità, e apre un mondo nuovo.
Questo concetto è valido per tutti gli ambiti culturali, ma è fondamentale nella religione cattolica. La nostra non è una Fede fatta di simboli vuoti, ma di richiami significativi che con i Sacramenti ci portano al Mysterion della Salvezza. Una religione “rivelata”, ma della quale nulla è stato detto che con l’intelletto non si possa per lo meno iniziare a comprendere. Non cercare di capire è quindi una colpa, non una giustificazione.
In questo cammino di conoscenza emerge la vera importanza della Chiesa che Cristo ha voluto come custode della Fede. Ancora recentemente Francesco ha ribadito quanto emerge dalle Scritture in modo roboante: “Non ci si salva da soli”.
Occorre quindi modificare unicamente una lettera, per passare dal modello “convenzionale” a quello “convinzionale”.