A compiere opere meravigliose non sono le capacità umane, ma l’amore
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
(Dalla liturgia)
I discepoli erano ammirati da ciò che faceva Gesù: i prodigi, le guarigioni, gli insegnamenti dati con autorità. E allora subito, per evitare di essere frainteso, Gesù ha messo in chiaro le cose: «il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
La vera potenza di Gesù non sta nel guarire dai mali fisici, e nemmeno nel liberare dal demonio. La vera potenza di Gesù sta nell’amore, e l’amore verso di noi si manifesta nel modo più potente e definitivo nell’accettare di essere messo in croce: non c’è amore più grande di chi dona la vita per i suoi amici.
Gesù ci mostra come amare il Padre, obbedendogli, facendo la sua volontà («chi mi ama osserva i miei comandamenti», Gv 14,21) e ci mostra come amare i fratelli, mettendosi al loro servizio fino a donare la vita («nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici», Gv 15,13).
È questo l’amore che Gesù ci mostra e ci comanda, ed è in questo amore che si manifesta la gloria di Dio.