Di cosa si tratta e perché sono importanti
Nel 1947, secondo una ricostruzione, un giovane beduino, Muhàmmad ed-Dib (Maometto il Lupo), che appartenenva a una tribù Taamira che dalla Transgiordania si recava a Betlemme per motivi di commercio, inseguendo una capra, tirò un sasso in una delle molte caverne che si trovano in quei luoghi. La zona è quella della sorgente di Faschcha, nel Wadi Qumran.
Il sasso impatta in un oggetto di terracotta e il ragazzo sente il rumore della rottura, e incuriosito si addentra con un amico nella grotta che sarà successivamente classificata come 1Q: uno – Qumran.
Lo spettacolo che si presenta è d’altri tempi: appare una serie di giare cilindriche, con coperchio, e allineate in modo ordinato. Alcune sono infrante, altre rovesciate, ma tutte contenevano dei pacchi avvolti nel lino e ricoperti di pece o cera. Ogni pacco conteneva un rotolo manoscritto antichissimo.
Tra il 1947 e il 1955 furono ritrovati rotoli anche in molte grotte adiacenti, per un totale di circa 900 manoscritti che vengono fatti risalire al periodo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.
Si tratta di documenti che secondo gli esperti sono stati raccolti e alcuni anche scritti da una comunità essena che si sarebbe rifugiata a Qumran per protesta per l’elezione di un Sommo Sacerdote ebraico maccabeo (asmoneo) e quindi non saddocita. Questi documenti sono i testimoni originali più antichi dell’Antico Testamento: finora si faceva riferimento in questo senso al Codice di Leningrado che risalirebbe al X secolo d.C.
I testi possono essere così suddivisi:
- Biblici (testi dei libri della Bibbia)
- Halakici (da Halakà = Bibbia orale – interpretativi dell’Antico Testamento)
- Escatologici (esempio: Rotolo della Guerra)
- Pesharim (da Pesher = interpretazione attualizzata)
- Inni poetici e preghiere
- Letteratura enochica
- Testi astronomici
I manoscritti biblici sono circa 200 e riguardano tutta l’Antico Testamento escluso il Libro di Ester.
Nello specifico abbiamo:
- 39 manoscritti di Salmi
- 31 del Deuteronomio
- 22 di Isaia
- 18 di Genesi e Esodo
- 17 del Levitico
La maggior parte dei documenti sono in pergamena, solo pochi sono in papiro.
Oltre all’aspetto archeologico i documenti testimoniano la definizione dei testi biblici in epoca pre-cristiana, ma forniscono anche informazioni sugli studi e sul pensiero teologico dell’epoca.
Dalla lettura di alcuni testi settari (quindi scritti dagli appartenenti alla comunità essena, quali il rotolo 1QS, detto “Regole della Comunità”) affiora una visione dell’ingresso del male sulla terra che si lega a quella del Libro di Enoc e del Libro dei Giubilei, indicando chiaramente un dibattito in corso.
Dagli scritti emerge che la comunità di Qumran era predeterminista: si sarebbe salvato chi fosse entrato nella setta. Gli esseni di Qumran definivano se stessi “figli della luce” ed erano in lotta contro i “figli delle tenebre” o “della menzogna”.
Il demonio era prevalentemente indicato col nome di Belial.
Secondo Gabriele Bocaccini la comunità di Qumran era costituiota da un gruppo che si era staccato perché apocalittico.
Da notare che nel 31 a.C. vi fu un terremoto nella zona, che fu abbandonata per un breve periodo. Nel 68 d.C. la comunità cessò di esistere per la guerra che portò i Romani alla conquista di Gerusalemme nel 70 d.C.
I manoscritti di Qumran sono attualmente al centro di molti studi e costituiscono una miniera di informazioni.