Si evangelizza solo attraverso la Parola di Dio

Un discepolo di Gesù non è tale se usa la logica degli uomini o le proprie interpretazioni personali

«Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
(Dalla liturgia).

Gesù da tre compiti ai suoi apostoli: liberare dal demonio, guarire dalle malattie e annunciare il regno di Dio. I compiti che Gesù ha dato ai suoi inviati sono i medesimi che Egli stesso ha realizzato.

L’apostolo ha Gesù come modello, la missione non è qualcosa che ha assunto di sua iniziativa, è obbedienza a un comando (è Gesù che manda), e anche il contenuto della missione è vincolato dalla parola del Signore.

L’apostolo non è mai un libero professionista: è legato ad un comando e ad una parola. Il cristiano che pensa di agire di testa propria, di annunciare un vangelo diverso, magari adattato alle proprie idee o a quelle del mondo, cessa di essere apostolo, non annuncia più Gesù ma annuncia solo se stesso. E la parola che annuncia non potrà avere efficacia, non potrà liberare dal demonio e guarire dal male, perché non è parola di Dio ma solo parola di uomini. E come tale non ha alcun potere.

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