Confraternita di Santa Caterina, Mendatica – La preghiera (1.a parte)

Sunto dell’incontro formativo di Marina Massa, settembre 2024

La sessione di formazione svolta a Marina di Massa, e tenuta dal Vicario Foraneo del Vicariato della Valle Arroscia, Don Enrico Giovannini, ha avuto come tema la preghiera e come spunto il Salmo 132, che riportiamo qui in seguito.

«Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!

È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della veste.

È come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion.

Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre».

Perché è importante stare insieme?

Siamo stati creati da un Dio che è comunità trinitaria: la comunità è quindi l’essenza dell’uomo.

Nel salmo 132 è scritto che è bello e dolce che i fratelli vivano insieme: i figli del Dio vivente sono destinati alla vita (vivano insieme).

Per recuperava la rugiada nel deserto, gli Ebrei dovevano essere tutti insieme altrimenti il grande telone che la raccoglieva non riusciva a incanalarla nei recipienti e si sarebbe persa. L’Ermon era la sorgente del fiume Giordano, in cui avvenne il Battesimo di Gesù.

Lo stare insieme richiama il pregare insieme. La preghiera non è un surplus, ma un’esigenza costitutiva di cui neppure Gesù volle fare a meno seppure nel suo caso fosse una comunicazione intra-trinitaria.

Pregare ha una valenza anche pratica: anche la Scienza ne ha riconosciuto gli effetti benefici ai fini della salute e del benessere psichico.

Ma ci sono anche aspetti che vedremo e che sono più importanti, come l’aspetto liturgico o quello vocazionale per ognuno di noi.

Gesù disse agli apostoli di gettare le reti in un momento che appariva poco opportuno, ma in cui aveva visto un’esigenza di essere aiutati: «Ora gettate le reti!». Questa frase in quelle situazioni ricorda «Ora et Labora» e la sua attinenza liturgica. La preghiera infatti porta l’uomo incontro all’amore di Dio.

Nella pesca miracolosa una barca non è sufficiente e ne occorre un’altra per portare il pescato a terra, prefigurazione della necessità di armonia tra l’Antico e il Nuovo Testamento.

Ma come la preghiera può essere vocazionale? Perché cerca la volontà di Dio. Il pregare deve sempre tenere conto che può «smuovere le montagne» ma ci sono delle condizioni. Non non siamo in grado di capire o sapere se ciò che chiediamo è veramente qualcosa che faccia il nostro bene. Questo lo sa solo Dio. Abbiamo visto che anche una cosa che sembrava chiaramente malvagia, mal fatta, ingiusta e assurda, come la Croce, è stata trasformata da Dio in portatrice del sommo bene, che è la Salvezza e la vita eterna.

Nella preghiera va riconosciuta quindi l’alta valenza e la perfezione della volontà di Dio («Sia fatta la tua volontà, come in cielo e così in terra»).

In questo riconosciamo e cerchiamo ciò che la volontà di Dio ha pensato per noi, per le nostre vicende e per la nostra vita.

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