Scienza e Fede, l’eterno dibattito

Filosofia e Metafisica intervengono nel dialogo

Del rapporto tra Scienza e Fede si sono occupati praticamente tutti i Papi nonché i maggiori scienziati e pensatori. Alcuni ricercatori scientifici hanno liquidato l’argomento fermandosi in superficie e definendo incompatibili i due mondi. La maggior parte però ha affrontato la questione arrivando a conclusioni spesso diversificate.

Una risposta circa la compatibilità richiede un’analisi abbastanza articolata e tira in campo altre due importanti discipline, ovvero Filosofia e Metafisica.

Nell’Antichità la Filosofia era definita dapprima l’unica scienza, per poi essere ritenuta la «vera» scienza. L’uomo cercava di raggiungere la piena consapevolezza della propria essenza iniziando a comprendere di avere capacità diverse rispetto a tutti gli altri esseri viventi. La capacità di pensare è infatti di tutti gli esseri, ma quella di riflettere è propria dell’uomo.

La Filosofia, ovvero philia e sophia, amore per la conoscenza, non poteva che assurgere in qualità di scienza.

Con il mondo moderno si affermò invece un affidamento cieco solo a quanto potesse essere dimostrato, attraverso misurazioni e ripetizioni in laboratorio del fenomeno osservato: nacque il metodo empirico.

Da allora l’etichetta di scienza è stata esclusivamente applicata a quelle discipline che rispondevano ai canoni della sperimentazione.

Questo pensiero è stato esasperato fino a generare il fenomeno dello scientismo, cioè quella scuola di pensiero che ritiene la scienza infallibile, elevandola in sostanza a divinità.

Il metodo empirico ha fatto in modo da far credere che il termine «scientifico» possa essere usato esclusivamente per alcune discipline quali Fisica, Matematica, Chimica e poche altre.

Restavano dunque, a rigore di logica, escluse alcune altre discipline le quali devono affidarsi esclusivamente alle deduzioni, quali Medicina (almeno nella Diagnostica), Psicologia, Psichiatria, e tutte le scienze umane o umanistiche.

Il sistema denunciava quindi delle lacune che furono colmate con l’avvento della Fisica Quantistica e dal pensiero di diversi filosofi contemporanei, il cui capofila può essere ritenuto Karl Popper.

La Fisica Quantistica ha messo in crisi il metodo empirico evidenziando aspetti della natura, nella fattispecie delle particelle chiamate quanti, che di fatto non possono essere misurate e neppure localizzate in modo stabile. Cadde dunque la possibilità di avere una prova empirica e di conseguenza tutto viene ridotto a teoria.

Popper individuò una ulteriore insufficienza nel sistema empirico, che si può sintetizzare con il famoso esempio dei cigni: se vediamo solo cigni bianchi, non possiamo asserire con certezza che tutti i cigni siano bianchi: basterebbe incontrare un cigno nero e la teoria verrebbe smentita. Si tratta della constatazione che l’uomo non può vedere o sapere tutto quanto esiste in natura, e deve dunque sempre lasciare la porta aperta ad una eventuale prova contraria. Popper diede a questo principio il nome di «Falsificabilità». Diviene dunque scientifico ciò che è falsificabile dall’esperienza.

Queste riflessioni aprono il campo all’importanza della Metafisica. Essa è attaccata in modo feroce dagli scientisti, i quali vorrebbero che fosse addirittura abolita.

Escludere la Metafisica, però, significa mutilare in modo irreparabile le potenzialità intellettive umane. Se la Fisica indaga infatti su ciò che è nell’universo, la Metafisica ci invita a scrutare con la nostra capacità di riflessione anche a quello che potrebbe esistere seguendo una logica stringente. Troviamo dunque anche qui l’ammissione che l’uomo non conosce ancora tutte le leggi dell’universo.

Nell’ambito di queste considerazioni prende corpo l’importanza della Teologia e delle Scienze Religiose. Sono gli strumenti indispensabili per avvicinare la scienza e la fede attraverso una ricerca che può a buona ragione ritenersi scientifica.

Teologia e Scienze Religiose si appoggiano a tutte le altre scienze, comprese quelle che fino a ieri erano ritenute «la sola scienza», ma che oggi possono correttamente definirsi «scienze esatte» perché confermate in modo empirico.

Ecco dunque che scienza e fede divengono complementari perché la prima cerca di spiegare come avvengono i fenomeni, e la seconda indaga sul perché avvengono.

La ricerca del «come» e quella del «perché» non possono essere ritenute incompatibili, ma assolutamente entrambe necessarie se si ha la buona fede di ricercare la Verità.

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