Il male ha mille sfaccettature, ma il denominatore comune è il comportamento dell’uomo
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe».
(Dalla liturgia)
Questo brano di vangelo sembra tratto dalle cronache dei nostri giorni. Anche oggi – nel silenzio complice dei giornali e delle televisioni – centinaia, migliaia di cristiani vengono perseguitati e anche uccisi per la fede. «Sarete odiati da tutti a causa del mio nome».
Com’è possibile che il Dio dell’amore susciti odio nelle persone? È possibile, perché molti uomini non si lasciano illuminare dal tranquillo splendore della verità di Cristo, è possibile perché molti uomini non accettano di lasciarsi amare da Dio.
La testimonianza del Vangelo suscita spesso l’odio anche nelle persone più care perché il modo di pensare e di vivere secondo Cristo non è il modo di pensare e di vivere secondo il mondo, tanto che un cristiano dovrebbe farsi qualche domanda se il suo modo di pensare e di agire – specie sui grandi temi della difesa della vita, dell’educazione, della sessualità – è simile al modo di pensare e di agire di chi cristiano non è.
E se è una persona in vista dovrebbe insospettirsi quando chi non è cristiano parla troppo bene di lui. Forse è perché piace più al mondo che a Dio.