Perché Gesù è chiamato così? Le genealogie di Matteo e Luca
Tra i tanti appellativi con cui viene indicato Gesù c’è anche quello di “Figlio di David”.
La discendenza da questo re è importantissima per gli ebrei in quanto definirebbe il Messia, e a maggior ragione lo è per noi cristiani.
David, successore del re Is-Baàl e predecessore di Salomone, nacque a Betlemme nel 1040 a.C. circa, e rappresenta una chiave fondamentale in quanto da lui deve discendere l’atteso Messia. Questo legame è evidenziato dalla profezia che troviamo in Isaia 11, che anticipa che dalle radici di Iesse nascerà un virgulto su cui si poserà lo Spirito del Signore.
Nel Vangelo di Matteo si traccia una genealogia teologica di Gesù, che si compone di 3 tappe, ciascuna delle quali conta 14 generazioni. È evidente la sottolineatura dell’evangelista in relazione al significato che i numeri 3 e 7 (quest’ultimo sottomultiplo di 14) rivestono nella mentalità ebraica. Il 3 richiama la perfezione, e per noi cristiani anche la Santa Trinità, mentre il 7 è indice di completezza.
Perché allora Matteo fa riferimento al numero 14? Occorre ricordare anche il rilievo che per gli ebrei assume la simbologia numerica. La numerazione ebraica viene espressa con le prime lettere dell’alfabeto. Il nome David (דָּוִד) in ebraico, lingua consonantica, è composto dalle lettere daleth (d), vau (v) e ancora daleth, le quali esprimono anche i numeri 4, 6 e 4, la cui somma dà 14. Ripetendo per tre volte il numero quattordici l’evangelista afferma in modo imperativo un legame indiscutibile tra i due nati a Betlemme. Matteo dunque cita 42 generazioni tra David e Gesù. Di fatto abbiamo 14 generazioni tra Abramo e Davide, 14 generazioni tra Davide e Ieconia (Yehoaqim) figlio di Giosia, e infine 14 generazioni, dopo l’esilio, tra Ieconia e Gesù.
Questo ricorso alla simbologia che ricorre col numero 14 si trova anche nella genealogia di Luca, il quale si sforza di dare alla sequenza delle generazioni una forza storica oltre che teologica. In questo caso le generazioni citate sono 77, ovvero 7 volte 11. Le generazioni nominate da Luca infatti non si fermano a David ma arrivano fino ad Adamo e a Dio.
Da notare che Luca specifica col suo elenco che la discendenza di Gesù da David non passa attraverso i primogeniti, in quanto il Figlio di Dio avrebbe come progenitore Natham, ovvero uno dei figli di David, ma non da Salomone. Questa distinzione è importante perché risulta che Gesù non discende da re di Israele che sacrificarono agli idoli.
I Vangeli danno dunque testimonianza della legittimità dei titoli di re, sacerdote e profeta che sono i requisiti del vero Messia.
Un altro aspetto teologico interessante che rileviamo nella genealogia elencata da Matteo, è che in soli quattro casi si cita la moglie con cui un discendente ha generato il proprio figlio in linea dinastica. Tamar, Racab, Rut e Betsabea (quest’ultima citata come moglie di Salomone ed ex moglie di Urìa, ma non menzionata) erano donne straniere. È una evidente indicazione al fatto che la salvezza portata da Gesù è per tutti i popoli.