L’ostacolo ad un sincero rapporto con Dio, qualche volta viene da noi stessi
«Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
(Dalla liturgia).
La donna ricurva è come legata, imprigionata da una forza a lei estranea che le impedisce di vivere bene, di vivere liberamente. Simboleggia bene l’uomo prigioniero delle astuzie del demonio.
Infatti Gesù nel guarirla usa la frase: «sei liberata dalla tua malattia». Subito i presenti si lamentano, perché così facendo Gesù ha violato la legge del sabato, che impedisce agli Ebrei di svolgere in quel giorno qualsiasi attività.
Ma Gesù ha buon gioco a rispondere e a mostrare la loro ipocrisia. Il riposo del sabato ricorda agli Ebrei la liberazione dalla schiavitù del Faraone, e ora si lamentano perché questa donna proprio di sabato è stata liberata dalla schiavitù del demonio che da tanti anni la teneva legata.
Gesù ci mostra come una religiosità apparente, che si sofferma sui dettagli e non sa andare al centro dell’insegnamento del Signore, cioè l’amore per Dio e l’amore per il prossimo, sia un ostacolo anziché un aiuto al nostro rapporto con Dio.