Solo vedendolo potremo capire
Maria di Magdala sta davanti al sepolcro di Gesù e piange.
Incontra addirittura Gesù, ma non è in grado di riconoscerlo finché Gesù non la chiama per nome. Allora i suoi occhi si aprono, e capisce tutto.
Noi non capiremo nulla di Gesù risorto – e quindi non capiremo nulla di noi stessi, del senso della nostra vita quaggiù e del nostro destino eterno – finché non faremo esperienza diretta di Lui.
Fare esperienza di Lui, che è amore, significa amarlo cercando – con il suo aiuto – di fare ciò che ci comanda («chi mi ama osserva i miei comandamenti», Gv14,15).
Allora capiremo che conosce il nostro nome, che si prende cura di noi e che ci ama.
Allora la nostra vita cambierà aspetto.
Se pensiamo di accostarci a Dio, e in particolare alla resurrezione di Gesù, solo con il ragionamento, faremo una delle esperienze più deludenti della nostra vita.