Scorciatoie

Le insinuazioni del diavolo sono scorciatoie

Dobbiamo tornare sulle rive del fiume Giordano per capire cosa accade nel deserto. Ricordate lo Spirito Santo che scende su Gesù? Ricordate le parole della “voce dal cielo”?
“Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.

Gesù, pieno di Spirito Santo, è guidato dallo Spirito nel deserto e lì è tentato dal diavolo. Gesù è tentato non perché in lui nasce il desiderio di commettere il male, di fare ciò e è proibito, ma per manifestare ciò che di più profondo c’è in lui. Lui è radicalmente il Figlio di Dio, il Figlio amato!

Ora la testimonianza che il Padre gli ha reso al Giordano viene “provata” dal diavolo: da colui che cerca di dividere i figli dal progetto d’amore del Padre, e che osa tentare di separare “il” Figlio dal Padre, spezzare il loro rapporto d’amore che è lo Spirito.

Il diavolo obbliga in un certo senso Gesù a riappropriarsi della strada che porta al compimento e alla testimonianza del suo essere Figlio.
A sceglierla e a farla sua definitivamente e con determinazione.

L’insinuazione del diavolo è sempre la stessa: è possibile una scorciatoia.
«Caro Gesù – dice il diavolo – c’è una strada più breve, più facile e più corta che ti permette di essere quello che desideri. Vuoi essere figlio di Dio? Ti dicono di esserlo? Non è necessario che tu percorri una strada di obbedienza, di pazienza, di tenacia, di servizio, di amore… c’è un’altra strada che permette “di realizzarti”».


Ecco le tre scorciatoie.

⛔ La scorciatoia del “prima io”.
Gesù ha fame e il diavolo gli ricorda che il Figlio di Dio ha un potere che gli permette di trasformare qualunque cosa, pure le pietre, per soddisfare i propri bisogni. Come se il Figlio di Dio fosse il figlio di Re Mida, che trasforma in oro tutto quello che tocca, le pietre in pane!
Ma Gesù dice che questa scorciatoia non la percorrerà mai.
Lui non ha fame del pane degli uomini ma cerca il pane della parola del Padre suo. Lui non ha fame per prendere ma per donare, per donarsi, lui stesso, come pane. Prima di sé il Figlio di Dio mette gli altri. È questo il pane vero di cui vive l’uomo.
Il Figlio di Dio in questa Quaresima mostra agli uomini la strada del digiuno, di ogni tipo, per essere anch’essi, come lui, figli di Dio.

⛔ La scorciatoia del potere.
Il diavolo porta Gesù in alto per vedere ogni regno della terra, in un instante: un colpo d’occhio di potere. E gli dice che il Figlio di Dio può possedere tutto, a costo di una piccola rinuncia: la sua libertà.
Gesù sa che il Figlio di Dio avrà ogni cosa dal Padre suo, intravede che il percorso sarà difficile, in salita, ma che ne vale la pena perché percorrendo il sentiero senza pericolose scorciatoie può gustare la misericordia del Padre suo, la sua tenerezza, facendosi strumento di questo amore. E sa che il Padre non tradirà mai la sua libertà, anzi!
Gesù dice chiaramente al diavolo che non percorrerà nemmeno questa scorciatoia.
Il Figlio di Dio si fida del Padre suo e non teme di inoltrarsi in un cammino che conoscerà i passi del servizio fino a un’obbedienza che è frutto di amore e libertà e non di costrizione.
Il Figlio di Dio in questa Quaresima mostra agli uomini la strada dell’elemosina, del servizio, della dedizione per essere anch’essi, come lui, figli di Dio.

⛔ La scorciatoia dell’autonomia.
Gesù è sul punto più alto del tempio, una vertigine di quasi settanta metri dal suolo. Il diavolo ricorda a Gesù che, in definitiva, se è figlio di Dio può fare quello che vuole perché il Padre “deve” proteggerlo. Ma il Figlio di Dio sa che nel suo cuore c’è una fiducia che non ha bisogno di essere messa alla prova. Anzi il Figlio percorre la sua strada non per mettere alla prova il Padre ma per aderire pienamente al suo disegno di amore.
Non segue la scorciatoia delle altezze, della visibilità, ma segue la strada bassa della dedizione, del servizio, dell’obbedienza fiduciosa al Padre che lo porterà fino al punto più alto del dono: fino alla Croce.
Il Figlio di Dio in questa Quaresima mostra agli uomini la strada della preghiera, dell’abbandono fiducioso del Padre, la possibilità di vivere una vita piena di Spirito Santo, per essere anch’essi, come lui, figli di Dio.

La Quaresima è il tempo per riconoscere le scorciatoie che ci portano lontano dalla strada del Figlio di Dio, le scorciatoie che ci conducono a negare la nostra umanità.
Nelle scorciatoie del “prima io”, del potere e dell’autonomia il mondo si schianta nella violenza, nell’odio, nella guerra. E non occorrono altre parole, bastano le immagini, le grida, il sangue che nuovamente invade l’Europa.

Occorre seguire la strada del Figlio, siamo più simili a lui di quello che potremmo immaginare: anche noi figli, anche noi ricolmi di Spirito fin dal nostro Battesimo, anche noi figli amati dal Padre.

Il divisore è tornato da Gesù al momento prefissato, nel momento del dono di sé, ed è stato vinto definitivamente, una volta per tutte.

Siamo i figli di quella vittoria.
Perché dargli ancora ascolto?

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