Ritornate, lasciatevi riconciliare, state attenti
La Quaresima si apre con tre appelli.
“Ritornate!”
L’appello che Dio pone sulle labbra del profeta si rivolge a un’umanità dispersa, brancolante. Un’umanità che, smarrita la strada del bene, in balia di se stessa, ripiegata sui propri tornaconti, si scopre votata all’autodistruzione.
La strada del ritorno – senza tanti giri di parole – è la strada del pentimento. Per ritornare dobbiamo riconoscere di essere radicalmente fuori strada. Persi in incontri trasformati in scontri, smarriti in un odio senza fine che pensavamo di aver dimenticato.
Per ritornare occorre ritrovare l’orientamento radicale, il punto fermo. Lasciarci attrarre dal punto magnetico che fa drizzare gli aghi verso il nord del bene, verso l’alba del futuro.
“Ritornate a me”: è la riscoperta del Dio “misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”.
La Quaresima è la strada del ritorno. Rispondiamo all’appello che ci viene rivolto mettendoci in cammino verso Dio, verso il Padre. Siamo pronti a vivere il nostro esodo da noi e le nostre perversioni? Questo appello diventa invito per un popolo intero, per i popoli, per l’umanità.
“Venite, ritorniamo al Signore, e tu, Signore, perdona le nostre colpe!”.
“Ritornate” ripete il Signore geloso. “Ritornate e sappiate che non sono seduto sulla soglia di casa ad attendere il ritorno dei figli che si sono persi nell’odio come un padre accigliato e risentito ma già sto muovendo i miei passi di compassione incontro a voi!”. Sono passi di misericordia!
Ecco il primo appello: “ritornate!”
“Lasciatevi riconciliare!”
È l’appello che l’Apostolo ci rivolge in nome di Cristo. Lasciatevi riconciliare è l’appello che viene rivolto a un’umanità divisa, separata da fazioni, un’umanità segnata dalla guerra disastrosa dei missili e delle bombe e dalle contese striscianti delle recriminazioni quotidiane, dalle insoddisfazioni generalizzate, dalle lamentazioni dei vittimismi cronici.
Capaci di riconciliazione perché radicalmente riconciliati!
E allora ecco la forza dell’appello che squarcia il nostro mondo di peccato, che smaschera ogni alibi. Lasciatevi riconciliare perché c’è un dono da ricevere, c’è un perdono da vivere. C’è un momento favorevole che trasforma il tempo degli uomini. Una parola nuova è stata già pronunciata, un tempo favorevole è già iniziato, Dio ha preso l’iniziativa: il peccato, il segno evidente della nostra morte, è stato preso da Gesù, lui è stato fatto peccato per trasformarci in giustizia di Dio.
L’appello dell’Apostolo, annunciando l’opera di Dio in Cristo, diventa il compito della chiesa e di una comunità cristiana: l’impegno rinnovato per i discepoli di Cristo ad essere segno di riconciliazione, impegno di pace, tessitori di fraternità.
Ecco il secondo appello: “lasciatevi riconciliare!”
“State attenti!”
Il terzo appello viene direttamente da Gesù, dalle sue stesse labbra! “State attenti” sono le parole che Gesù usa per instillare nel nostro cuore l’arte della vigilanza. “State attenti”, qui, diventa l’appello a non trasformare gesti che dovrebbero dire una relazione intima con il Signore, in altro, nella nostra glorificazione, nella giustificazione di noi stessi.
“State attenti” è l’invito a scandagliare con accuratezza il nostro cuore, le nostre intenzioni, i nostri desideri più profondi… sono orientato a “io” o a “Dio”? Serviamo il Signore o ci serviamo di lui (o della sua caricatura)?
Siamo umili discepoli nell’ascolto oppure orgogliosi maestri nell’apparenza?
Fate attenzione – dice Gesù – a non realizzare la vostra giustizia davanti agli uomini. Questo appello è rivolto in particolare a noi, discepoli di Gesù. Facciamo attenzione che i nostri gesti di fede aprano una strada di intimità con Dio, anzi, facciamo attenzione che pregando, digiunando, compiendo gesti di condivisione sia Lui stesso – attraverso il dono del suo Spirito – ad operare in noi. E così la giustizia che Dio opera in noi porterà non solo il segno visibile di un pentimento ma frutti veri di conversone. Un cuore nuovo.
Ecco il terzo appello: “State attenti!”
È così che si apre la nostra Quaresima, con tre appelli che vengono dal cuore di Dio: “Ritornate!”, “Lasciatevi riconciliare!”, “State attenti!”.
Dio non cessa di rivolgersi all’uomo perché non smette di credere che proprio l’uomo da lui amato è capace di bene, nonostante le fatiche e i tradimenti che Gesù stesso ha sperimentato in prima persona.
Il Padre di Gesù Cristo non smette di guardare al cuore dell’uomo e al mondo come a un campo in cui continuare a seminare, con generosità, semi di bene. E così ci invita a prenderci cura di questo straordinario e, al tempo stesso, povero campo, a iniziare dal tempo favorevole di questa Quaresima: “in questo tempo di conversione, trovando sostegno nella grazia di Dio e nella comunione della Chiesa, non stanchiamoci di seminare il bene. Il digiuno prepara il terreno, la preghiera irriga, la carità feconda” (papa Francesco).
Gli appelli di Dio, in un mondo infuocato e insanguinato, trovino ascolto, portino frutti di conversione, frutti di pace!
E sarà Pasqua, sarà vita nuova!