La storia di una delle sante più amate
Lucia di Siracusa nacque nella città siciliana nel 283, e visse nel pieno delle persecuzioni di Diocleziano.
Per etimologia del suo nome (lux = luce) viene invocata come protettrice del senso della vista. Non ha riscontro storico infatti la leggenda secondo cui la martire si strappò gli occhi quando sottoposta a torture dai pagani.
Il Canone romano la ricorda come una delle sette vergini.
La vita
La sua famiglia era di origini nobili e di fede cristiana, e la giovane Lucia, fin dalla tenera età, si consacrò segretamente a Cristo in verginità. Il padre, invece, la promise in sposa a un giovane pagano invaghito della sua straordinaria bellezza.
Preoccupata per la salute della madre, che soffriva di emorragie che nessuna cura, sebbene costosa le giovasse, si reco insieme alla madre Eutichia a Catania per chiedere la grazia della guarigione sulla tomba di Sant’Agata.
Giunte nella città etnea il 5 febbraio 301, le due donne si raccolsero in preghiera, quando Sant’Agata apparse a Lucia, dicendole: “Sorella mia Lucia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Ecco che, per la tua fede, ella è già guarita! E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa“.
Ripresasi dalla sorpresa, Lucia ebbe effettivamente modo di constatare la guarigione della madre, alla quale confidò in quel momento di essersi consacrata a Cristo e di voler seguire la strada della carità donando il proprio patrimonio ai poveri.
Nei tre anni successivi Lucia si dedicò a ogni tipo di opera di misericordia.
Nel frattempo il promesso sposo, indispettito e irritato per il rifiuto, cercò di dissuaderla in ogni modo. Quando si accorse di non riuscire a convincerla decise allora di denunciarla ai Romani come cristiana. Lo fece usando il termine “cristianissima”.
Al tempo della persecuzione di Diocleziano, questo bastava per arrestare un individuo, e Lucia fu sottoposta a un processo e a molte vessazioni.
Il processo
Le fu dapprima chiesto di fare sacrifici agli dèi, ma lei rifiutò. Fu allora minacciata e si arrivò a dirle che sarebbe stata mandata in un postribolo in modo che fosse profanata. Lucia rispose: “Il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”.
Il prefetto Pascasio, che la interrogava, fu posto molte volte in difficoltà dalla risolutezza, decisione e fermezza della giovane e dal modo con cui citava le Scritture. Decise allora di farla tradurre via dall’aula, ma Lucia divenne così pesante che neppure i soldati riuscirono a muoverla.
La morte
Fu accusata perciò di stregoneria, cosparsa d’olio e torturata con le fiamme. Il fuoco però non riusciva a lambirla. Si decise quindi di trafiggerla alla gola con una spada (jugulatio). Lucia però morì solo dopo aver ricevuto la Santa Comunione, e non prima di aver profetizzato l’imminente fine delle persecuzioni di Diocleziano e la libertà per la Chiesa.
Aveva 21 anni.
Santa Lucia fu seppellita nelle catacombe di Siracusa. Oggi le sue spoglie riposano nel Santuario di Santa Lucia a Venezia, ma il luogo del suo principale culto resta a Siracusa nella Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro.