La Liturgia della Parola, dialogo con Dio

Approfondiamo il significato di questa parte importante della S. Messa

La celebrazione eucaristica, come sappiamo, si compone di quattro parti indissolubili, tra cui due fondamentali e imprescindibili: la Liturgia della Parola e la Liturgia Eucaristica.

Il Concilio Vaticano II ha voluto specificare che la S. Messa compie il Sacramento solo nella sua interezza. Il significato della Liturgia serve per il coinvolgimento e il motivo è dato dal fatto che la salvezza arriva anche attraverso i sensi.

È stata data inoltre una grande rilevanza alla Liturgia della Parola, nella quale l’assemblea è coinvolta molto più di quanto apparentemente possa sembrare. E purtroppo anche di quanto comunemente si pensi.

La lettura dei brani delle Scritture e successivamente del Vangelo, non svolgono esclusivamente un ruolo didattico. Si inseriscono nella Memoria del Sacrificio di Cristo. Preparano inoltre ad accogliere le fasi successive della celebrazione. È un modo per entrare in simbiosi con Cristo e per predisporci all’offerta dei doni: è Dio che parla ad ognuno di noi. E in quel momento dobbiamo attualizzare in noi il messaggio. I doni offerti sono quindi il segno della partecipazione dell’uomo al Sacrificio di Gesù.

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Il popolo in preghiera

La partecipazione da parte dell’assemblea, non si limita però al solo ascolto. Nelle risposte alle preghiere e nei salmi c’è lo svolgimento della funzione sacerdotale impressa col battesimo in ognuno di noi.

Questo aspetto sarà ricordato nella preghiera eucaristica, dopo la Consacrazione (“Ti ringraziamo o Signore per averci ammesso a svolgere il servizio sacerdotale”).

Subito dopo, con la Preghiera dei Fedeli, si concretizza l’unico momento, insieme al Pater Noster, in cui i fedeli si rivolgono direttamente a Dio.

È bene sottolineare che questa preghiera si suddivide in intenzioni e preghiera propriamente detta. Tutta la parte che viene letta dall’ambone costituisce l’intenzione. La preghiera dei fedeli al Padre consiste nella risposta (solitamente “Ascoltaci o Signore“). Abbiamo quindi un’invocazione corale del popolo di Dio che a Lui si rivolge in modo frontale. Non è quindi importante se a leggere le intenzioni sia un laico o il sacerdote: fondamentale è la preghiera, ovvero la risposta, attenta e consapevole.

I segni dell’unità del popolo sono spesso ricordati durante la S. Messa. La stessa offerta dei doni chiama l’assemblea a protagonista.

Anticamente i doni, ovvero il pane, il vino e l’acqua, erano portati da casa e poi consegnati al sacerdote, esclusivamente da coloro che facevano la Comunione. Il significato è ovviamente quello della partecipazione al banchetto. Oggi si effettua la processione offertoriale, ma l’aspetto significativo viene conservato simbolicamente con la raccolta delle offerte. Questa infatti non è semplicisticamente “la Chiesa che chiede soldi”, ma assume il senso della partecipazione eucaristica.

L’assemblea partecipa vivamente alla celebrazione eucaristica, attraverso i gesti, le risposte e con i contesti. Ecco il motivo per cui la validità dell’assolvimento del precetto si concretizza solo con l’ascolto e la partecipazione alla funzione intera. Occorre tenere presente che con l’Eucarestia ci si accosta a un Sacramento, che pur essendo ripetibile (come Penitenza, Unzione degli infermi e Matrimonio, questo in caso di vedovanza) è pur sempre una Grazia concessa da Dio.

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