I padri cappadoci, dottrina cristiana e filosofia

L’importanza dei luminari di Cappadocia nella storia della Chiesa

La ricorrenza dei santi Basilio Magno e Gregorio di Nazianzo del 2 gennaio, fornisce una grata occasione per rinverdire la conoscenza dei padri cappadoci, annoverati tra i Dottori della Chiesa.

Costituivano un gruppo di tre dotti monaci del IV secolo, formato da Basilio, Gregorio di Nissa (suo fratello), e Gregorio detto il Nazianzieno. Provenivano dalla regione appartenente oggi alla moderna Turchia, e riuscirono tra le altre cose, a dimostrare ai letterati del loro tempo che il Cristianesimo non è una dottrina contraria alla filosofia, ma porta anche ad un nuovo stile di vita.

Basilio il Grande

Basilio, successivamente definito “il Magno”, fu certamente il più importante fra i tre. Introdotto con il fratello alla fede cristiana dalla nonna Macrina, era figlio di un noto retore e avvocato, mentre suo nonno fu un discepolo di Gregorio il Taumaturgo del Ponto che perì martire durante le persecuzioni di Diocleziano.

Nacque a Cesarea in Cappadocia nel 329. Fu ordinato presbitero all’età di 31 anni. 10 anni dopo, nel 370, alla morte del grande storico e vescovo Eusebio, fu eletto Vescovo di Cesarea, metropolita ed esarca dell’intera regione del Ponto.

Si oppose coraggiosamente e fieramente all’imperatore Valente, il quale sosteneva le tesi ariane. A lui si deve la nascita del primo ospedale della storia dell’umanità. Edificò infatti la cittadella di Basiliade, che ospitava locande, ospizi e lebbrosari.

Scrisse moltissime opere di carattere dogmatico e ascetico, oltre che omelie e discorsi. Con l’amico Gregorio di Nazianzo, col quale condivise la vita conventuale in gioventù, scrisse un importante trattato sullo Spirito Santo in cui si afferma la consustanzialità delle tre Persone della Trinità. Di notevole importanza fu anche la sua antologia origeniana, la Filocalia, anch’essa scritta con Gregorio Nazianzieno.

Altre opere di carattere fondamentale sono : Contro Eunomio, Lo Spirito Santo, Asceticon, e numerose altre.

Morì nel 379, l’anno successivo a quello in cui Teodosio elevò il Cristianesimo a religione di Stato.

Gregorio di Nissa

Gregorio, che successivamente fu definito Nisseno, fu istruito dal fratello Basilio e dopo gli studi fu colto da una crisi spirituale decidendo di non consacrarsi. Ritornato alla fede fu ordinato presbitero e entrò nel monastero di Basilio. Fu eletto Vescovo di Nissa nel 371.

Tra le poche notizie certe su di lui, sappiamo, che pur essendo il più giovane tra i tre Padri Cappadoci, fu quello che con maggiore organicità operò un’assimilazione filosofica della letteratura pagana alla fede cristiana servendosi del metodo paideutico.

Fu anch’egli autore di numerosissime opere di carattere teologico, ascetico e esegetico.

Gregorio di Nazianzo

Nacque a Nazianzo nel 329 e vi morì nel 390. Per tutta la vita fu amico di Basilio Magno. Fu incaricato di redigerne l’elogio funebre. Il padre Gregorio anch’egli, era ebreo appartenente alla setta degli Ipsistari, ma fu convertito dalla moglie Nonna e divenne Vescovo di Nazianzo.

Studiò presso il Didaskaleion e, successivamente, ad Atene fu compagno di studi del futuro imperatore Giuliano l’Apostata contro cui pubblicò l’Oratio IV. Fu Vescovo di Costantinopoli, e in tale veste partecipò al Concilio del 381. Nel 382 divenne Vescovo di Nazianzo e dopo un anno si ritirò in solitudine nella frazione di Arianzo ove morì 8 anni più tardi.

Scrisse una rappresentazione sacra (“La passione di Cristo”), numerosi poemi sacri, ma soprattutto 45 tra discorsi e omelie e 245 epistole che ci trasmettono il suo pensiero. Nel 1568 fu proclamato Dottore della Chiesa da Papa Pio V.

 

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