Ciò di cui la pandemia ci ha resi orfani…
La pastorizia ha sempre ricoperto un ruolo importante per la comunità di Mendatica. Sicuramente dal punto di vista economico, ma anche da quello culturale e identitario.
Il paese era il naturale anello di congiunzione tra la vita dei pastori trascorsa in montagna, nelle malghe e negli alpeggi, e quella spesa “in bandia”, sulla costa, nei mesi freddi.
Quegli uomini, che da sempre praticavano la transumanza, ritardavano il loro viaggio verso i paesi costieri, per trascorrere in famiglia ed in paese le feste del Santo Natale. E forse anche per questo che per Mendatica il Natale ha un sapore ed un fascino davvero particolari.
Partecipare ai riti rafforzava il senso di appartenenza e di comunità, importante per tutti, ma specialmente per coloro che erano costretti a lasciare, per molti mesi dell’anno, i loro luoghi, i loro affetti e le loro relazioni umane.
Ecco quindi il profondo significato, per i nostri pastori, della processione offertoriale durante la Messa di mezzanotte: era la festa della comunità, era la condivisione profonda prima della partenza.
Ed essi, così importanti per l’economia del villaggio, rivivevano il Vangelo, e come nella prima Notte Santa a Betlemme, avevano l’onore di baciare per primi “U Bambin” e portavano in chiesa un agnello.
Il piccolo animale, prescelto nelle loro greggi, aveva il privilegio di ricevere la benedizione, ricordando loro, per lungo tempo, la dolcezza del Natale. Era per tradizione una femmina, e le veniva sempre imposto il nome di Natalina.
Il Natale 2020 è stato orfano di questo suggestivo rito… Le luci della chiesa non si sono spente, non si è spalancata (nel silenzio profondo e emozionante) la porta centrale della nostra parrocchiale, e i pastori, alla luce fioca della loro lanterna non si sono avvicinati all’altare per esprimere il grande stupore di trovarsi di fronte al miracolo della Natività lasciando cadere rumorosamente il loro bastone ed il loro cappello, prima di inginocchiarsi davanti al Bambino.
È stata una rinuncia per tanti di noi… che hanno rivissuto comunque il ricordo di quella processione che avvicina alla chiesa anche chi ha una fede meno forte.
Speriamo che questo “fioretto”, come si diceva una volta, contribuisca a debellare il male che attanaglia il mondo. Perdere la nostra adorazione dei pastori può contribuire a farci sentire più vicini a quanti hanno perso i loro affetti o stanno soffrendo in questo momento.
BUONE FESTE A TUTTI!!!