La comunità di Mendatica nella visione teologica cristocentrica
Si può chiamare “presepe” o “presepio”, entrambi i termini sono corretti. È una tradizione tardo medievale nata in Italia.
Il nome deriva dal latino “praesepe” e indicava dapprima la sola mangiatoia, ma ha finito poi per indicare tutta la rappresentazione scenica della Natività di Nostro Signore.
Ci si sbizzarrisce spesso per dare al presepe forme sempre più sofisticate. Ciò indica la devozione che si nutre per l’evento principe di tutta la storia dell’umanità: la nascita del Salvatore.
Gli elementi che compongono il presepe sono tratti dai 180 versetti dei Vangeli di Matteo e di Luca, detti “dell’infanzia” proprio perché trattano la nascita di Gesù. Altri componenti sono liberamente assunti dai vangeli apocrifi, soprattutto dal Protovangelo di Giacomo.
Il contesto storico è quello tra l’anno 7 e l’anno 4 a.C. Numerosi riscontri storici, tra cui lo svolgimento del noto censimento, il passaggio della cometa o la morte di Erode, collocano la nascita di Yoshua ben Yosef (Gesù), proprio in quel breve lasso temporale.
La data del Natale è stata fissata probabilmente nel 336, e si è sempre pensato che fosse convenzionale per sostituirla alla festività del Sol Invictus che veniva celebrato il 25 dicembre in pieni Saturnalia.
Rcentemente numerosi storici si sono concentrati sui dati storiografici raccolti circa la visita della Vergine Maria presso Santa Elisabetta. Da alcuni incroci si ricaverebbe che tale incontro fosse avvenuto proprio nel periodo che oggi definiamo come la fine del mese di marzo, proprio 9 mesi prima del 25 dicembre. Anche qui ci sarebbe una coincidenza tra la data tradizionalmente assunta con l’Annunciazione (25 marzo).
Come ogni anno la nostra parrocchia ha voluto comporre questo simbolo, cercando di interpretare i tempi, dimostrando l’attenzione ai temi umani e spirituali che hanno caratterizzato l’anno che sta per terminare, ma anche l’attesa speranzosa del Bambino Divino.
Il 2020 è stato un anno che ha colpito la comunità di Mendatica sotto vari aspetti. Oltre alla diffusione del covid, il paese è stato martoriato da un’ennesima alluvione che pareva voler mettere in ginocchio la tempra degli abitanti.
Tutto ciò non poteva mancare nell’omaggio di speranza che la nostra Parrocchia vuole vivere nel periodo dell’Avvento.
Quest’anno la grotta che ospiterà il Bambino, è stata posta al centro. Papa Francesco insiste in modo appassionato sulla visione cristocentrica e sugli aspetti teologici di questo atteggiamento. L’invito e il messaggio sono quelli di porre Gesù al centro di tutto.
A fare da contorno alla figura di Gesù Bambino, sono state posti alcuni segni che simboleggiano il paese di Mendatica: le cascatelle delle Canalette, gli amati piloni, la fontanella che resta viva col suo umile getto d’acqua, e infine il mulino, quest’anno fermo e simbolo della ferita che il 2020 ha inferto alla comunità.
Tutto ciò racchiuso in un segno di offerta che la nostra parrocchia vuole offrire al Signore che nasce.
Buon Natale a tutti, nella speranza di un anno che medichi le ferite del cuore e dell’anima e ci trovi pronti e uniti nell’accogliere Cristo che nasce per noi.